mercoledì 6 agosto 2008

Il petrolio cala, la benzina no. Che fare?


Il petrolio cala, la benzina no. Nell’ultimo mese il prezzo del greggio è sceso di quasi il 20%, passando dai 147,27 dollari al barile sul mercato di New York dell’11 luglio ai circa 120 dollari della seconda settimana di agosto. I carburanti, invece, sono scesi in media soltanto del 5%. Le associazioni dei consumatori hanno fatto sentire la loro voce. Il prezzo dei carburanti, denuncia il Codacons, «dovrebbe calare immediatamente del 15% ed il fatto che ciò non sia avvenuto accentua i sospetti di cartello e di speculazione a danno degli utenti. Proprio per questo motivo chiediamo all'Antitrust di intervenire con urgenza per accertare cosa avviene nel settore dei carburanti in Italia e perché il prezzo non scende come dovrebbe».

I prezzi non tornano

I prezzi consigliati dei carburanti, ossia quelli di riferimento che le compagnie petrolifere indicano ai gestori, oscillano tra 1,481 e 1,489 euro al litro. Il 15 luglio sulla scia del caro-greggio erano saliti fino a quota 1,56 euro, il livello più alto mai raggiunto. Rispetto a questo picco, il calo a oggi si aggira sui 7 centesimi al litro. Troppo poco, dicono i consumatori. Ai primi di maggio, quando il petrolio era sui livelli attuali, la benzina viaggiava su quota 1,47 euro/litro, il gasolio su 1,45. Il prezzo della benzina deve scendere a 1,40 euro al litro, dicono Adusbef e Federconsumatori, che hanno rivolto un appello alle compagnie. Il nostro invito, spiegano le associazioni, «è rivolto anche al Governo, affinché avvii verifiche e sanzioni tese a colpire ogni forma di speculazione in questo settore, soprattutto in una fase delicata come questa, in cui migliaia di famiglie si metteranno in viaggio. Ed è necessario accelerare al massimo il processo di liberalizzazione della distribuzione dei carburanti, arrivando ad avere sul territorio almeno 2000 pompe bianche». I distributori indipendenti esistono già e consentono un risparmio di circa 7-8 centesimi al litro. Per sapere dove sono, puoi consultare la lista aggiornata al 6 agosto.

È colpa di Robin Hood
Ma perché le compagnie petrolifere si comportano così? Il sospetto è che stiano “scaricando” sul prezzo dei carburanti il costo della Robin Hood Tax. Si tratta di una tassa che il governo ha imposto per colpire gli extraprofitti, cioè la plusvalenza realizzata dagli stock di greggio comprati a basso prezzo. L’aliquota Ires sale dal 27,5% al 33%. La tassa servirà ad aiutare gli anziani e le fasce deboli. Proprio il 5 agosto il Parlamento ha approvato in via definitiva la manovra finanziaria, che comprende la Robin Hood Tax. Ecco come va avanti la politica demagogica del Governo Berlusconi.

La protesta a settembre
Intanto a dicembre è nato il “Comitato nazionale vittime della benzina”, che ha lo scopo di lottare contro le speculazioni sui prezzi dei carburanti. Ieri è stato eletto presidente il segretario del Codacons, Francesco Tanasi. «Abbiamo già chiesto al governo di eliminare le accise sulla benzina – ha dichiarato - per ridurre i prezzi alla pompa e di intervenire capillarmente per attuare un reale abbassamento dei prezzi. I risultati, al momento, sono scadenti, dunque continueremo a lottare, perché i carburanti non possono diventare dei beni di lusso». Se la benzina non calerà, dopo le ferie tutti a Roma. A settembre è annunciata una manifestazione di protesta nazionale.

Il mistero del cambio

Altra questione è quella sul mistero del cambio . Il prezzo del petrolio è espresso in dollari. Negli ultimi otto anni l’euro si è rafforzato sul dollaro, in particolare nel 2000 per comprare un dollaro ci voleva un euro e 20 centesimi, adesso per comprare lo stesso dollaro bastano 64 centesimi. Sempre nel 2000 un barile costava 30 dollari (36 euro circa), adesso il barile costa circa 120 dollari (poco più di 77 dollari). La domanda è: per quale motivo, nonostante il cambio euro-dollaro sia sempre più a nostro favore, il prezzo della benzina pagata in euro forte sale anche se il prezzo al barile del petrolio è valutato in dollari deboli? Il problema rimane un mistero: al momento nessuno ha ancora dato una risposta.

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